E’ da agosto 2016 che il centro Italia è colpito da scosse di terremoto più o meno intense. La notte tra il 27 e il 28 dello stesso mese, un terremoto di magnitudo 6 ha distrutto alcuni comuni al confine tra Umbria, Lazio, Marche e Molise. Le scosse sono state avvertite da Rimini a Napoli e le vittime accertate la mattina successiva risalivano a 73, numero in costante crescita che raggiunse quasi i 300. Insieme a Vigili del Fuoco, Croce Rossa e Protezione Civile sul posto sono accorse anche le prime unità di aiuto psicologico, tra cui i volontari della SIPEM o SoS Federazione (Società Italiana Psicologia dell’Emergenza), che da anni si occupano di portare soccorso psicologico alle vittime di calamità. Sono stati interventi importanti perchè hanno saputo rappresentare un punto fermo nelle abitazioni dove regnava disperazione, spavento, paura e angoscia. La Presidente della SIPEM, la dottoressa Cristiana Dentone ha dichiarato che le istituzioni possono contribuire a dare speranza alle vittime che ogni giorno si relazionano con l’incertezza totale del proprio futuro “Con i fatti e la concretezza.
Questo si aspettano le persone. Di sicuro all’inizio con la vicinanza e la certezza che la macchina dei soccorsi è attiva e poi, per quanto sia banale dirlo, con la certezza di non essere dimenticati.”Le scosse improvvise fanno si che nell’individuo sia presente una costante angoscia e un senso di smarrimento tale da essere confusi e non riconoscere più i propri punti di riferimento. Questo in una fase iniziale, poi col tempo si possono osservare altri tipi di reazioni emozionali legate ai vissuti traumatici, e legati alla rabbia, alla paura, allo sgomento, la paura di non poter riavere le proprie case. Gli esperti e i professionisti che intervengono tempestivamente sul luogo mirano a prevenire delle situazioni di scompenso emotivo date dalla mancata elaborazione di determinati vissuti. Il soggetto tende a rimuovere inconsciamente l’evento spiacevole instaurando meccanismi di difesa contro la rievocazione di essi (ad esempio rifiutando di accettare ciò che è accaduto). Molto spesso questi traumi vengono “covati” e causano un futuro problema che solo attraverso l’esternazione e le pratiche terapeutiche possono temporaneamente alleggerire l’animo o essere completamente risolte.
Bisogna prendere in considerazione anche che queste vittime non sono solamente adulti, ma anche bambini, che leggono la paura negli occhi dei genitori, dei nonni, delle persone che li circondano faticando a capire che anche i grandi sono inermi di fronte ad una calamità tale, che destabilizza profondamente e porta ad un bisogno di isolamento e chiusura verso la realtà. In questo ambito è intervenuto Antonio Pollio, psicologo abruzzese della Croce Rossa Italiana: “I piccoli possono reagire in molti modi diversi, non esiste una regola uguale per tutti, e il lavoro dello psicologo è dare a ognuno le risposte giuste.” Infatti la Simpe, Società italiana medici e pediatri, ha attivato un canale di soccorso a distanza, con una sezione apposita sul sito simpe.it, in aiuto dei genitori che non sanno come spiegare e affrontare il tema del terremoto coi figli. Un canale diretto a cui gli adulti potranno rivolgersi per cercare le risposte ai loro quesiti, a quelli dei loro bambini e degli adolescenti che, sottolineano i pediatri, in queste occasioni manifestano un coraggio inatteso e hanno delle reazioni più adattive degli adulti.
Fonti: “Così curiamo i fantasmi dei bambini e li liberiamo dal mostro”, Avvenire. “Terremoto centro Italia. In campo psicologi e pediatri”, Il fatto quotidiano. “Un’esperta ci ha spiegato come si presta soccorso psicologico alle vittime del terremoto” www.vice.com.