Giacomo I Stuart, re di Scozia, succedette a Elisabetta. Con Giacomo I (1603-25) iniziò una nuova dinastia. In quel periodo l'Inghilterra era diventata una potenza commerciale e metropoli. Scozia ed Inghilterra rimasero però sempre in conflitto e l'avvento della nuova dinastia determinò la nascita di forti contrasti e tensioni tra la Corona e il Parlamento, che sfociarono poi nelle due rivoluzioni del 1640-49 e del 1688-89. Questo contrasto si manifestò già sotto il regno di Giacomo I che perseguitò i Puritani (divisi in presbiteriani e congregazionisti), ma si aggravò sotto il regno di Carlo I, figlio di Giacomo I che continuò la politica del padre.
Nel 1628 il re dovette approvare la Petizione dei Diritti, costretto dal Parlamento, che stabilì quali fossero i limiti dell’autorità del re, per rimarcare i diritti del Parlamento: il re ad esempio non poteva più imporre tributi straordinari senza l’approvazione del Parlamento e inoltre era tenuto a convocarlo regolarmente. Carlo I ignorò le richieste, non convocò più le camere dei Comuni e dei Lords (Parlamento) e introdusse una nuova tassa, la Ship Money, imposta solitamente alle città costiere in tempo di guerra.
Il re fu costretto a riconvocare il Parlamento perché obbligato a pagare un'ingente somma di denaro agli Scozzesi che si erano ribellati.
Dopo una violenta rivolta cattolica in Irlanda, Carlo I cercò di arrestare i cinque membri più prestigiosi della Camera dei Comuni (Puritani); si crearono due fazioni e due eserciti: da un lato il re e dall’altro il parlamento. Questa guerra si concluse nel 1649, con la condanna a morte del re (la prima esecuzione di un sovrano europeo), l'abolizione della monarchia e la nascita della prima repubblica parlamentare, detta Commonwealth. Nel nuovo Stato fu sciolta la Camera dei Lords e il parlamento fu ridotto alla sola Camera dei Comuni. Il protagonista della repubblica fu Oliver Cromwell, parlamentare che organizzò l’esercito e lo guidò verso la vittoria, ma poi assunse poteri così ampi da trasformarsi in un dittatore. Alla morte di Cromwell (1658) il Parlamento riconobbe a Carlo II, figlio del sovrano decapitato, il diritto a ritornare sul trono inglese, purché accettasse il nuovo ordinamento civile e i diritti del Parlamento. Regnò per 25 anni ma non senza contrasti, ci furono, infatti, degli scontri tra sostenitori della Corona (Tories) e sostenitori del Parlamento (Whigs).
Alla morte di Carlo II succedette il fratello Giacomo II che emanò la Dichiarazione d'Indulgenza, con la quale proclamò la libertà di culto e la propria superiorità sul Parlamento. Preoccupati per l'assolutismo del re, sia Tories che Whigs, vollero sostituire Carlo II con Guglielmo III d'Orange, che aveva sposato la figlia di Giacomo II, Maria Stuart.
Nel 1688 D'Orange sbarcò in Inghilterra facendo fuggire Giacomo II in Francia. Guglielmo d'Orange e Maria Stuart vennero nominati sovrani legittimi e venne proclamata la fine del principio della regalità per diritto divino. Un anno più tardi, nel 1689, fu redatto il “Bill of Rights”, un contratto tra monarchia e Parlamento che limitava il potere dei due sovrani. La Rivoluzione Inglese può essere consideratacome un primo laboratorio della modernità, con i primi diritti e le prime limitazioni del potere.