“Entro il 2020 i millennials costituiranno la stragrande maggioranza della forza lavorativa. Già quest’anno, 2017, avranno il potere di spesa più grande in mano a qualsiasi altra generazione. Per questo dobbiamo guardare a loro per intuire il futuro delle tecnologie”. FedericoCasalegno Direttore del MIT Mobile Experience Lab e Associate Professor of the Practice del Massachusetts Institute of Technology di Boston ha aperto l’ItalianAxa Forum 2016 a Roma, l’evento che la società di assicurazioni francese organizza ogni anno per esplorare le ultime frontiere dell’innovazione in un determinato settore.Il professore del MIT ha identificato sei caratteristiche dei Millennials che andranno a influenzare il futuro del lavoro e delle tecnologie. Innanzitutto chiariamo la definizione del target: si considerano millennials i “giovani adulti”, cioè le persone la cui età è compresa tra i 16 e i 35 anni.
Casalegno ha studiato i sei fattori chiave di questa generazione.
1. Sono digital native
I millennials non hanno mai conosciuto una vita senza tecnologie. In quanto digital native i millennials cercano l’immediatezza. “Sono la generazione meno assicurata di tutti i tempi e quando decidono di acquistare un’assicurazione su qualsiasi cosa, ben il 70% la compra direttamente, bypassando gli agenti. I millennials preferiscono i testi alle conversazioni”.
2. Sono social validator
Significa che si rivolgono a stranieri per avere opinioni imparziali, ed hanno una propensione a “fidarsi” degli altri: “C’è tutto un filone di conversazioni informali sui prodotti, di recensioni, di feedback degli utenti – prosegue Casalegno – Per i millennials sono importanti le conversazioni peer to peer, cioè le conversazioni tra pari. Credono più agli amici e ad altri utenti come loro piuttosto che alle aziende o a qualsiasi altra cosa”.
3. Per i millennials condividere è la norma
“Molti adulti sono cresciuti con l’idea di non farsi dare passaggi dagli sconosciuti. I millennials, invece, condividono economia, conoscenza, casa, passaggi in auto e contenuti. C’è stato un passaggio dalla proprietà all’accesso” che significa che per i millennials è più importante avere l’opportunità di accedere alle cose piuttosto che possederle. “Il 60% dei millennials preferisce noleggiare le cose e le macchine piuttosto che esserne proprietari” dice Casalegno.
4. Sono foreverlearners
I millennials sanno che la loro formazione è un processo continuo e si affidano a piattaforme e tecnologie che permettono loro di apprendere sempre nuove competenze. Un fenomeno emergente è quello del “learning for new grownups”, cioè incontri informali che sostituiscono le lezioni frontali.
5. Per i millennial conta il valore aggiunto
I millennials hanno un occhio particolare verso il valore aggiunto: “Per questa generazione non si tratta solo di lavorare, ma di essere coinvolti in società che hanno un senso, una proposta di valore per la società”. Un giovane tra i 16 e i 35 anni, considera normale che la propria azienda investa in attività di beneficienza o che assicuri un valore sociale di qualche tipo, indipendentemente dal suo core business.
6. I millennials vogliono la personalizzazione
Secondo Casalegno quella dei millennials “è una generazione che quantifica il self, che vuole servizi personalizzati”. Le tecnologie che hanno più successo, quindi, sono quelle che “customizzano” prodotti e servizi, cioè che ritagliano la propria offerta sui bisogni dei clienti.