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il popolo !kung

La popolazione !Kung è il più consistente gruppo dei Boscimani, il cui nome deriva da bushmen, uomini della boscaglia. La popolazione è stanziata in diverse aree: nel deserto del Kalahari (Sud Africa); nella Namibia e nelle paludi del Botswana. Africani dalla pelle scura, di una statura minuta, e dal corpo asciutto, sono stati oggetto di svariati studi etnografici: l’antropologo si recava sul campo vivendo con loro e secondo le loro abitudini. Sono una popolazione a cultura orale, perché non conoscono la forma scritta, la loro lingua, la Khoisan, è caratterizzata da schiocchi di lingua che i linguisti, nella forma scritta, hanno reso con semplici punti esclamativi.

La società è caratterizzata dalla divisione dei ruoli: gli uomini, prima delle spedizioni di caccia, per scegliere la direzione in cui andare utilizzano degli anelli di legno o di pelle di antilope, che lanciano in aria, e una volta caduti, dovrebbero indicare la giusta via, se sapientemente interpretati. Questa strategia ha lo scopo di evitare conflitti circa la direzione da prendere. Gli uomini inoltre utilizzano arco e freccia, la cui punta è precedentemente avvelenata con la linfa dell’Euphorbia Damarana, una pianta velenosa, che permette di tramortire la preda così che non scappi.

Per procurarsi l’acqua, infine, utilizzano delle cannucce che vengono piantate nel terreno in punti in cui sono presenti falde acquifere, oppure quelle rare volte che piove, utilizzano come fossero dei contenitori, gusci di uovo di struzzo piantati nel terreno, in modo da disporre di riserve di acqua.

La figura della donna si occupa invece della raccolta di piante, radici e soprattutto delle fondamentali noci mongongo, dall’alto valore proteico e lipidico, necessarie a questa società tribale per far fronte alla penuria di cibo. Una donna !Kung è in grado, da sola, di raccogliere fino a 15 kg di noci mongongo in appena due ore.

Fino agli anni ’80, i !Kung vivevano all’interno della Central Kalahari Game Reserve (CKGR), creata con il fine di proteggere la popolazione e la selvaggina da cui essi dipendono, tuttavia quando furono scoperte delle miniere di diamanti, il governo impose loro di abbandonare la riserva. Si trattò di una vera e propria deportazione. I !Kung non si diedero per vinti, e dopo molteplici azioni legali, la sentenza del 2006 permise loro di ristabilirsi nella terra natia.

di Carlotta Bolla - impaginato da Virginia Giraldi