Siamo nel 1184, quando Papa Lucio III emana il decreto Ad Abolendam, che conferisce ai vescovi la possibilità di indagare (inquisire) per cercare di debellare la diffusione dell’eresia. In seguito alle eresie valdesi e catare diffuse soprattutto nel sud della Francia, il pontefice decise di istituire il tribunale dell’Inquisizione. Gli inquisitori, che appartenevano per la maggior parte all’ordine dei Francescani e dei Domenicani, si recavano in un luogo dove si sospettavano episodi di eresia.
Gli eretici dovevano presentarsi spontaneamente altrimenti alcuni uomini del popolo sarebbero stati obbligati a denunciarlo. L’accusato veniva arrestato o lasciato in libertà con obbligo di presentarsi al processo, durante il quale l’imputato doveva rispondere alle domande che gli venivano poste dal giudice. L’incriminato, nel caso in cui avesse confessato durante il processo, avrebbe subito pene più “leggere”, come ad esempio preghiere, pellegrinaggi e offerte.
Chi non confessava subiva la pena di morte, la fustigazione o la confisca dei beni. Ai giorni nostri l’Inquisizione ha cambiato nome in “Congregazione per la dottrina della fede” e «compito proprio della Congregazione per la dottrina della fede è di promuovere e di tutelare la dottrina della fede e i costumi in tutto l’orbe cattolico: è pertanto di sua competenza tutto ciò che in qualunque modo tocca tale materia» (articolo 48 della Costituzione apostolica sulla Curia Romana “Pastor Bonus”).
Fonti:
http://www.vatican.va/…/…/rc_con_cfaith_pro_14071997_it.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Inquisizione_medievale
http://alleanzacattolica.org/linquisizione-medioevale-2/#