Il termine femminicidio è un neologismo che identifica i casi di omicidio in cui una donna viene uccisa da un uomo per motivi basati sul genere. Esso costituisce dunque un sottoinsieme della totalità dei casi di omicidio aventi un individuo di sesso femminile come vittima. Un aspetto spesso comune a tale tipologia di crimini è la sua maturazione in ambito familiare o all’interno di relazioni sentimentali poco stabili. Il femminicidio a livello mondiale è diffuso soprattutto nei paesi dell’America Centrale e del Sud.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “European health for all database” (“Archivio europeo sulla salute per tutti”), il tasso di vittime di omicidi e lesioni colpose sia di uomini sia di donne è declino a partire dagli anni 1970, questo declino è registrato nella maggior parte dei paesi europei, con poche eccezioni. L’11 maggio 2011 è stata sottoscritta a Istanbul dai membri del Consiglio d’Europa la Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. La convenzione prevede che divenga vincolante per gli stati membri del Consiglio d’Europa quando almeno 10 stati membri l’hanno ratificata. È stata firmata da 32 paesi e il 12 marzo 2012 la Turchia è stata il primo paese a ratificare la Convenzione.
A partire dagli anni 2010, è sorta un’attenzione mediatica al tema, con trasmissioni televisive, seminari e spettacoli teatrali, in particolare in occasione della giornata mondiale contro la violenza alle donne e la giornata internazionale della donna. Nel giugno 2013, il parlamento italiano ha ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica e nell’agosto 2013 il governo ha emanato il decreto legge 93/2013, poi convertito nella legge 15 ottobre 2013 n. 119, contenente norme penali che aggravano le ipotesi di atti persecutori od omicidio contro il coniuge o il convivente, sia quando l’omicida è donna sia quando è uomo, tramite specifiche aggravanti dei reati. Secondo la base dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Italia il tasso di vittime di omicidi e lesioni colpose sia di uomini che di donne è in lento declino a partire dagli anni settanta; la media degli omicidi verso donne in Italia, dagli anni 1990 in poi, si è mantenuta al di sotto di quella europea; il tasso di mortalità violenta per le donne in Italia è ampiamente al di sotto di quello degli uomini e si è ridotto anche rispetto agli anni 90, in cui aveva raggiunto 0,6 casi su 100.000, mentre nel 2008 era sceso a 0,39 su 100.000; il tasso di mortalità per le donne in Italia è molto più basso della media delle donne europee, di quanto non sia quello degli uomini, rispetto alla loro media.
Fonti: Wikipedia