Il Cyberbullismo

Noi giovani quotidianamente utilizziamo uno smartphone o un tablet per condividere qualcosa sui social network o semplicemente per informarci su determinati argomenti ma purtroppo non tutti sanno che ogni azione commessa sul web è permanente e destinata a rimanere anche se esiste il diritto all’ oblio digitale ovvero il diritto a cancellare per sempre un’azione fatta nella rete. Facendo tutti oramai parte del web, tra gli adolescenti si parla sempre di più del cyberbullismo, un tipo di attacco continuo, offensivo e sistematico attuato attraverso la rete.

Non basta più il “non parlare con gli sconosciuti” o il “non accettare caramelle dagli sconosciuti , come dicevano una volta i genitori ai propri figli, perchè con un cellulare possiamo entrare in contatto con chiunque e non solo con amici e conoscenti; ora servono anche tutte quelle raccomandazioni legate a Internet, ai social network.
Oggigiorno siamo circondati da persone vittime di offese e umiliazioni all’interno del web, questo è forse determinato dal troppo esporsi, solo per voglia di notorietà, all’interno di un mondo completamente aperto e visualizzato da tutti. Non si ha ancora chiaro, però, il fatto che è come mettersi a nudo davanti al mondo intero; ciò che è scritto o allegato e successivamente pubblicato può ripercuotersi contro di noi senza nemmeno accorgercene.

Un momento prima pensiamo di non essere visti da nessuno e un momento dopo ci conoscono già milioni di persone.
Il cyberbullismo è una vera e propria forma di bullismo, non fisico ma psicologico; per un adolescente la “reputazione”, il pensiero della gente, è la principale preoccupazione e il fatto che possano girare foto spiacevoli o commenti poco adeguati su di lui può compromettere lo stato psicologico-morale del ragazzo e creare molti problemi.
Non possiamo dire:“sconfiggiamo il cyberbullismo “ come se fosse una lotta contro l’abolizione di qualcosa ma possiamo parlare di come “evitare il cyberbullismo”, ad esempio evitando di mandare foto di noi stessi o di mettere a nudo la nostra personalità in siti nei quali non è richiesto e dove possiamo essere minacciati, perseguitati e insultati.

Il cyberbullo può tormentare attraverso vari mezzi come e-mail, sms, mms, chat, forum e blog, egli inoltre è facilitato dalla possibilità di agire in modo anonimo rendendo così difficile rintracciare il colpevole.
Può essere un solo soggetto o anche più a danneggiare la vittima che al mondo esterno appare normale e quindi difficile da riconoscere ed aiutare da parte degli adulti.
Fra le azioni negative possibili, il cyberbullo può creare un flaming ovvero “infiammare” un forum inviando messaggi volgari, può farsi passare per la vittima o denigrarla, può inviare minacce di morte e infine rendere pubblici dati e documenti nati per restare privati.

Inoltre egli può suscitare varie reazioni nella persona bullizzata, la peggiore di queste è il suicidio, in quanto essa non si sente a suo agio neanche a casa sua, sente violata la sua privacy, sente di non potersi fidare di nessuno.
La velocità della diffusione dei messaggi e l’impossibilità di cancellarli definitivamente contribuiscono a rendere il cyberbullismo più nocivo.
Nel bullismo tradizionale la vittima una volta rientrata a casa si sentiva al sicuro, con il cyberbullismo non c’è mai una fine, la vittima può essere perseguitata tutto il giorno e tutti i giorni con messaggi, foto e video.
La tortura non ha mai termine.

E’ ormai sempre più difficile, praticamente quasi impossibile mettere fine al fenomeno, si dovrebbe aumentare la sicurezza che è già comunque molto alta e soprattutto si dovrebbe aumentare l’attenzione nel navigare e nel pubblicare contenuti sulla propria persona in una piattaforma sconosciuta o perlomeno poco conosciuta.
In conclusione il cyberbullo viola alcune norme del Codice civile e penale italiano oltre che alcuni diritti fondamentali dell’uomo sanciti dall’Unione Europea in quanto le vessazioni spesso riguardano l’orientamento sessuale, l’identità, feriscono l’onore e la dignità della persona e arrivano a sminuire il diritto alla vita.

di Sofia Bocchio, Alice Aicardi e Alice Garibaldi - impaginato da Benedetta Iebole

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